La Palombella 2020 fa dei social la piazza virtuale in cui festeggiare

Mai come quest’anno la Palombella ha fatto dei social la sua piazza virtuale in cui festeggiare la domenica di Pentecoste. Secondo le disposizioni anti-Covid, in Duomo, hanno potuto prendere parte solo 174 fedeli, ben distanziati tra loro. Seppure con il cerimoniale stravolto, l’evento tutto orvietano della domenica di Pentecoste ha suscitato tante forme di partecipazione popolare a distanza.

Dalla “Palombella Diffusa” con tanto di contest su Facebook, disegni affissi alle porte, drappi ai balconi e colombe bianche in vetrina, installazioni e aneddoti condivisi agli omaggi video di Fidapa, ISAO e Gruppo Sbandieratori e Musici della Città di Orvieto. “Siamo contenti – affermano questi ultimi – che il nostro omaggio alla città abbia suscitato così tanto interesse. Non ce lo aspettavamo e non può che farci piacere.

Quello del Palio della Palombella è il giorno più importante per il nostro gruppo, per questo abbiamo deciso di dedicare ad Orvieto e agli orvietani questo video, certi di tornare presto alle nostre tradizioni. La festa nei limiti del possibile andava onorata e così è stato, perché deve essere festa, la nostra festa. Ringraziamo tutti di cuore. Torneremo presto in piazza”.

Tante anche le visualizzazioni registrate sui canali social di Opera del Duomo, Soprintendenza ABAP Umbria e Touring Club Italiano dal suggestivo video nasto da un’intuizione dell’Associazione “Orvieto e Medioevo” in collaborazione con il Club di Territorio di Orvieto del TCI realizzato con il drone dal fotografo Massimo Achilli che, per la prima volta, ha mostrato l’inedito punto di vista della colomba.

“La Palombella 2020 – il commento del sindaco, Roberta Tardani – è stata una festa diversa da come eravamo abituati a viverla ma non per questo meno densa di significato. È stato emozionante vedere consegnare la colomba bianca ai medici e agli infermieri del nostro ospedale, ma idealmente a tutti gli operatori sanitari d’Italia, che ci ha rimandato con la mente soltanto a qualche settimana fa, ai loro sguardi stremati dietro le mascherine dopo l’ennesima giornata a combattere con un nemico invisibile.

Ho rivisto la paura e la preoccupazione, il dolore, la speranza e la gioia provata a ogni guarigione. E quel senso di comunità che ho avvertito in maniera forte. A loro va il nostro ringraziamento per quanto fatto e per la speranza che ci hanno donato di cui la Palombella oggi è di buon auspicio.

In questa festa ci sono mancati alcuni rituali, alcuni appuntamenti, alcune abitudini ma come spesso accade è proprio nell’assenza che abbiamo capito quanto fosse forte in noi l’identità e lo spirito di comunità. Valori che sono patrimonio comune e non vanno dati per scontati. Per questo è ancora più deprecabile il gesto commesso la notte scorsa da chi ha rubato dalla Chiesa di San Giuseppe una delle bandiere dei quartieri della città, uno dei simboli della nostra identità.

Chiunque tu sia, e che mi auguro venga rintracciato dagli strumenti che si hanno, ti invito a parlare con i tuoi genitori, con i tuoi parenti, con gli amici, con il vicino di casa e farti raccontare cosa sono le nostre tradizioni. Capiresti la stupidaggine che hai fatto, il torto che hai fatto alla città e non servirebbe nemmeno chiederti di restituire quello che hai sottratto”.