Si terrà nel Duomo di Orvieto domenica 4 giugno, alle ore 19.00, il concerto “Sit Laus Plena, La musica di Giuseppe Pedota per il Duomo di Orvieto riscoperta dopo 200 anni” – promosso dall’Opera del Duomo di Orvieto, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e dal Lions Club – per riscoprire la produzione artistica di Giuseppe Pedota (1754-1831), maestro di cappella della cattedrale orvietana per oltre mezzo secolo.
Frutto del lavoro di ricerca e attenta trascrizione di partiture scritte due secoli fa dei maestri Riccardo Bonci e Stefano Benini – alla guida della Cappella musicale del Duomo di Orvieto, rispettivamente come Organista e Maestro del Coro – la selezione operata dai maestri, riguarda gli Inni Eucaristici, scritti dall’illustre predecessore, per la festività del Corpus Domini, che occupa un posto centrale nella vita spirituale della cattedrale e della città di Orvieto.
Per la prima volta, dopo circa duecento anni, risuoneranno in Duomo le note del Lauda Syon, del Pange Lingua e di O Salutaris Hostia. I primi, sono due composizioni per Coro, Orchestra e Solisti, mentre il terzo è un mottetto per coro a quattro voci a cappella.
L’esecuzione è affidata alla Corale del Duomo Vox et Jubilum, in collaborazione con l’Orchestra Calamani, per la sezione degli archi. Per la sezione dei fiati invece, quattro solisti d’eccezione, scelti tra i migliori musicisti umbri: Gabriele Falcioni e Marco Alberti ai corni e Giorgia Savazzi con Matteo Falcioni agli oboi.
Quattro splendide voci soliste completeranno l’ensemble: il soprano Federica Raja, il contralto Francesca Lisetto, il tenore Nicola Di Filippo e il basso, Colin Baldy, con menzione speciale per quest’ultimo artista, trattandosi di un cantante che vanta una grande carriera internazionale. Il concerto terminerà con l’esecuzione del Magnificat in Re Maggiore. Al cembalo Riccardo Bonci, e alla direzione Stefano Benini.
L’ingresso al concerto è libero. Per informazioni: opsm@opsm.it.

Giuseppe Pedota, Maestro di cappella
Nel volume Luigi Mancinelli. Un musicista cosmopolita (Libreria Musicale Italiana 2021), Antonio Mariani, appassionato studioso di musicologia che collabora al “progetto Pedota”, traccia in apertura un breve profilo della cappella musicale del duomo di Orvieto nel quadro del panorama culturale cittadino. Tra gli otto nomi che «possono sintetizzare la vita musicale a Orvieto nella prima metà dell’Ottocento» l’autore colloca Giuseppe Pedota, maestro di cappella per oltre cinquant’anni. Descrive inoltre la centralità artistica della cappella cattedrale come «polo prevalente per la maggiore frequenza delle occasioni di musica sacra rispetto a quelle di musica profana» e il ruolo determinante e direttivo del maestro di cappella come detentore di un “potere culturale” senza competitori. Nella sequenza delle figure che si succedono in questa prima parte del XIX secolo, ovvero «l’altamurano Giuseppe Pedota, il romano Raffaele Benedettoni, il bolognese Giuseppe Cavazza e il riminese Giuseppe Tamburini», Mariani segnala che «la traccia musicale più consistente fu lasciata da Pedota» anche senza dubbio per la durata eccezionale del suo servizio in cattedrale.
Queste le note biografiche riportate da Mariani:
«Giuseppe Pedota, compositore italiano (Altamura, Bari 5.5. 1754 – Orvieto 16.12.1831). Studiò a Napoli al Conservatorio della Pietà dei Turchini. Fu maestro della cappella musicale del duomo di Orvieto dal 1778 al 1831. Fu inoltre insegnante del basso comico Giuseppe Frezzolini”. Aggiunge che alla sua morte ebbe esequie solenni e fu sepolto in duomo all’inizio della navata sinistra nei pressi del dipinto di Gentile da Fabriano. La città gli intitolò la via – già del Cimbalo – dove aveva abitato al civico n.7 (già 9). Onori più che meritati, visto che l’autore ci informa di oltre 200 suoi lavori conservati presso l’Archivio dell’Opera del Duomo: composizioni a cappella e partiture in cui le voci sono accompagnate da più strumenti; messe, litanie, antifone, mottetti, salmi e inni. Tra tutti spicca l’azione sacra Il trionfo della fede o sia il Miracolo del SS. Corporale di Orvieto per il particolare legame con il più importante tema identitario della città.
Tre dei suoi componimenti sono stati riproposti in tempi recenti con eventi piuttosto straordinari: per il concerto di Pasqua del 1999, orchestra e coro del Teatro La Fenice di Venezia eseguirono nella cattedrale orvietana la Messa breve; nel 2000 al Teatro Mancinelli di Orvieto fu rappresentato Il trionfo della fede che vide la bellissima collaborazione di scuole e cori diversi: Scuola Comunale di Musica, Liceo classico e artistico e Istituto professionale di Orvieto, cori di Acquapendente, Attigliano, Bolsena, Massa Martana e San Lorenzo Nuovo; successivamente, prima nella chiesa di San Domenico di Altamura nel 2018 e poi nel duomo di Orvieto nel 2019, fu proposto il Magnificat, curato nella seconda sede dall’orchestra della Scuola comunale di musica con il coro della cattedrale».
(da: A. Mariani, Luigi Mancinelli. Un musicista cosmopolita, Libreria Musicale Italiana, Lucca 2021, pp. 3-5)